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Una strada per Marta
Maria Inversi

 Una strada per Marta
 Maria Inversi
 Narrativa contemporanea
 Castelvecchi
 20 gennaio 2022
 cartaceo
 136

Lory ha ormai perso fiducia nel suo ragazzo e negli uomini in generale; è scostante perché nel pieno del suo desiderio di diventare scrittrice, è ossessionata da una storia del passato forse raccontatale, forse trovata da lei stessa in qualche archivio, così a volte si distrae e trascura Alberto, che lei ritiene essere uomo meraviglioso. Durante il viaggio che intraprendono da Roma a Torino, Lory e Alberto si separeranno, e questa volta sembra per sempre. Lei si nega al cellulare, mentre un quaderno dopo l’altro continua a scrivere la sua storia.

Un viaggio d’amore e di conoscenza con sullo sfondo una biografia aspra, le fabbriche torinesi tra gli anni ’50 e ’70, una famiglia di migranti che pagherà il prezzo dell’immensa fiducia che la gioventù ripone verso ciò che non conosce, forte della speranza e del desiderio di cambiamento.

“Per me e per lei un altro sorprendente giorno, una nuova tazzina di caffè, un nuovo biscotto, una nuova spremuta d’arancia, e con le membra insonnolite si chiarirà un nuovo silenzio carico dei desideri che ci avvince del domani” – Una strada per Marta

Lory e Alberto stanno percorrendo strade e autostrade per arrivare fino a Torino. Mentre i due ragazzi compiono il loro primo viaggio assieme, Lory riflette su di loro chiedendosi se, dopo tante delusioni, Alberto sia finalmente l’uomo giusto per lei.

Nel mezzo di questi pensieri, Lory scrive una storia: la storia di Marta.

COMMENTO PERSONALE

Oggi parleremo del romanzo “Una strada per Marta” di Maria Inversi, editato da Castelvecchi.

La storia è narrata in prima persona da Lory stessa, la protagonista. Ha un ritmo serrato e un linguaggio a volte troppo difficile da seguire. Nel complesso, però, il testo si legge in maniera piuttosto facile.

Questa è una delle poche volte in cui, ahimè, devo dire che il libro non mi ha completamente convinta. Sicuramente sarà stata colpa mia, in quanto non sono riuscita a seguire e a farmi coinvolgere dalla storia. Ho trovato i personaggi, Alberto e Lory, troppo complicati nei loro ragionamenti, nel loro modo di porsi l’un l’altro e ho faticato parecchio a seguirli.

Questo, probabilmente, è dato dalla struttura dei dialoghi che l’autrice ha scelto di utilizzare, a mio parere troppo diretta. Personalmente non sono riuscita ad apprezzarla appieno.

In particolare, tra i due, Lory è un po’ troppo confusionaria e controversa. L’ho apprezzata molto di più quando, presa dallo sconforto, decide di allontanarsi da Alberto. Un’ottima scelta che le mostra la situazione in maniera più nitida e distaccata, permettendole di compiere scelte meno istintive.

“Alberto è l’uomo che molte donne vorrebbero accanto. Amo la sua percezione, la sua gentilezza. Il suo modo di essere attento. Delicato. Discreto. Mi piace farmi stringere dalle sue braccia, fare l’amore con lui. Ma non l’amo” – Una strada per Marta 

Come detto all’inizio, durante il viaggio in macchina, Lory scrive un’altra storia: la storia di Marta.

Questa storia mi è piaciuta molto di più e la reputo molto più interessante e coinvolgente.

Racconta di una famiglia pugliese che ad un certo punto è costretta a trasferirsi a Torino. L’accoglienza non è delle migliori, ma in qualche maniera riescono ugualmente ad andare avanti e vivere dignitosamente.

“I torinesi non erano preparati a un diverso dialetto, a pelli ambrate, a espressioni colorite, al gesticolare energico, al cicaleccio indiscreto, alle donne che indossavano il lutto per anni, ai loro sguardi timorosi. Torino, che dopo la guerra si stava ricostruendo, temeva di dover dividere lavoro e futuribile ricchezza”

Parla di Maria, una ragazza che aveva molti sogni e voleva fare la scrittrice, ma la vita non è stata molto facile per lei e ha dovuto piegarsi come tanti altri.

Mi dispiace molto di non essere riuscita ad entrare in questa storia e ad assaporarla a dovere. L’autrice ha un’ottima penna e sono sicura che potrò apprezzare altre cose scritte da lei. 3 stelle.

A voi lettori è mai successo di dover mettere da parte i vostri sogni?

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