“Teodora. I demoni del potere” è il secondo libro della “saga di Bisanzio”, scritto da Mariangela Galatea Vaglio. Differentemente dal primo, Teodora la figlia del circo, pubblicato dalla casa editrice Sonzogno, questo secondo volume vede luce grazie alla Piemme, che vorrei ringraziare per avermi inviato la copia cartacea da leggere.
“È una strana cosa il potere… Prima pensava che fosse astratto, etereo, un costrutto mentale. Ora invece sa che è qualcosa di fisico: un fremito che parte dalla punta delle dita e si irradia nel resto del corpo, un brivido che percorre le membra: una scossa… è il momento in cui le pare di toccare l’infinito.”
Stavolta la trama si srotola su due palcoscenici, distinti ma legati da giochi politici di vario genere. Da una parte abbiamo la splendente Costantinopoli di Teodora e Giustiniano, dall’altra la nebbiosa Ravenna, con un Teodorico ormai in fase di decadenza e sua figlia Amalasunta che tiene testa ai diversi traditori che intessono congiure per usurpare il potere. E che soluzione poteva venire in mente alla bella principessa dei Goti per non farsi soffiare il regno da sotto il naso? Sposare Giustiniano naturalmente, ma, come si suol dire, aveva fatto i conti senza l’oste.
“Gli ricorderai che un tempo, dandomi quest’anello, lui ha giurato che mi sarebbe stato sempre amico. Ora è venuto il momento di mantenere questa promessa. Mio padre… presto verrà a mancare, e a corte ci sono tanti uomini che vogliono una guerra con Costantinopoli, per creare un regno goto davvero indipendente. Ma io credo che ci siano altre strade e un modo per unire i nostri due popoli…E questo modo passa per noi due” – Teodora. I demoni del potere
Ormai a Costantinopoli l’amore tra Teodora e Giustiniano è noto a tutti. I due formano proprio una bella coppia, si compensano e arricchiscono a vicenda. Riescono a superare ogni ostacolo che la nascita di lei e la vita dissoluta che ha condotto mette loro davanti. Neanche l’imperatrice Eufemia riesce a minare la determinazione di suo nipote che non vuole rinunciare a sposare la bella circense.
“Non è mai riuscito a comprendere…che tipo di magia eserciti quella donna su di lui. ho il potere di sorprenderlo, spiazzarlo, stordirlo, affossarlo e innalzarlo, farlo sentire insieme il padrone del mondo e l’ultimo dei servi”
Teodora verrà incoronata imperatrice il giorno stesso del suo matrimonio. Differentemente dalle Auguste che l’hanno preceduta, non si limiterà a fare da cornice in occasione delle uscite o delle cerimonie ufficiali. Lei eserciterà il potere che le deriva dalla sua carica, a tutto tondo, spesso senza neanche interpellare il suo consorte. Non sempre le sue decisioni verranno viste di buon occhio da Giustiniano, ma alla fine, il suo acume verrà sempre riconosciuto e apprezzato.
Tuttavia non bisogna dimenticare che, dietro questa sua veste autoritaria, questo suo calcolare continuo, si nasconde pur sempre una donna. Il suo amore per Giustiniano è immenso e davanti alla possibilità di perderlo è disposta a fare di tutto, anche ciò che non andrebbe fatto…
“Non resterò la tua amante. Non rimarrò nell’ombra come qualcosa di cui ci si deve vergognare…Puoi avere me. O l’Occidente se ci tieni. Ma non tutti e due” – Teodora. I demoni del potere
Se volete sapere come andrà a finire non vi resta che leggere il libro che, logicamente, dirà molto più del mio riassunto striminzito. Io ho volutamente saltato molti passaggi, un po’ per non spoilerare troppo, ma anche perché, altrimenti, non mi sarebbero sicuramente bastate poche righe per raccontarli.
Nonostante sia un testo di narrativa, “Teodora. I demoni del potere” è davvero un romanzo molto accurato e particolareggiato: posso dire di avere imparato molto di più della storia del VI secolo d.C. da queste pagine che dai libri scolastici. Leggerlo è come guardare un album di foto dove sono riprodotti usi e costumi della società di allora, il che aiuta anche l’immaginazione, che riesce ad assorbire i fatti in maniera molto più piacevole.
“Costantinopoli è una donna vanitosa che vuole sedurre tutti quelli che entrano in contatto con lei: non per reale interesse, ma per puntiglio… Così si veste a festa e si agghinda… e si prepara a cortei, processioni, messe solenne e conviti, unendo in un turbine vanità e devozione, reverenza e sarcasmo, insomma sacro e profano, tanto da rendere impossibile tracciare i confini tra l’uno e l’altro”
Grande merito dell’autrice è quello di aver reso i personaggi reali, sia quelli principali che quelli secondari; a ognuno è e stato riservato il giusto spazio in questo romanzo che sembra comporsi di tante voci, unite a formare un coro. L’aver diviso in brevi capitoli il tutto, ha sicuramente aiutato il lettore a collocare nel tempo e nello spazio gli avvenimenti, e a mantenere salda la sua attenzione.
Sono tante le cose che ho apprezzato di questa lettura, ma fra tutte spicca la caratterizzazione dei personaggi e, in particolare, l’evoluzione che l’autrice ha fatto vivere ai due protagonisti.
Con l’avvento al trono, Giustiniano scopre un po’ i suoi limiti. Abituato a muoversi all’ombra, ora si sente a disagio sotto le luci dirette dei riflettori. Questo non succede a Teodora che invece brilla come non mai, adattandosi immediatamente alla sua posizione e tirando fuori il lato meno compassionevole che a volte gli eventi richiedono.
Teodora è forte e fragile allo stesso tempo. Per la brama di potere volta le spalle al suo mondo, arrivando pure a perdere la stima della sola persona che le è rimasta accanto nella buona e nella cattiva sorte, il suo amico Cirillo. Per amore, gelosia e paura di perdere la ragione della sua vita, mette da parte il buon senso per sbarazzarsi della sua rivale. D’altronde Giustiniano non è solo il suo uomo, ma la sua creatura, e a nessuno permetterà di metterci le mani sopra.
“Teodora quasi non lo riconosce. È sempre stato bello, ma la maturità gli dona un fascino a cui è difficile resistere. Le donne presenti nella sala sarebbero disposte a tutto pur di sentir posare su di loro lo sguardo di quei profondi occhi neri… Ma dovrebbero prima fare i conti con lei, che non ha intenzione di cedere il suo uomo per nulla al mondo, dato che Giustiniano non è solo una sua conquista, ma una sua creatura” – Teodora. I demoni del potere
Secondo voi fin dove ci si può spingere per amore? E il potere può cambiare l’animo delle persone o semplicemente fa venire fuori ciò che veramente si è?
Me lo sono chiesta diverse volte mentre mi tuffavo negli stati d’animo di Teodora. Chissà se nel bel ritratto che la grande Mariangela Galatea Vaglio ha dipinto per lei la grande imperatrice del passato si sarebbe rispecchiata. Questa è una domanda che non avrà mai una risposta, e forse alla fine è meglio così, perché consegna alla fantasia un mito che solo penne abili come quella della nostra autrice sono in grado di interpretare.