“Lo strano caso del maestro di violino” di Alessandra Carnevali è la sesta indagine di Adalgisa Calligaris, commissario di Rivarosso, piccola città umbra che pare essere ispirata da Orvieto, città natia dell’autrice.
Adalgisa è una donna di mezz’età, con un fisico burroso. È felicemente sposata con Gualtiero Fontanella, magistrato, amante della buona cucina, ottimo cuoco, il cui unico desiderio è: andare in pensione e fare l’apicultore.
“Il 31 ottobre del 2019 alle prime ore del mattino Adalgisa Calligaris fece un sogno bizzarro.
Si trovava in un grande spiazzo. Quel posto assomigliava, anche se in maniera assai approssimativa, alla piazza principale di Rivorosso Umbro.
Non c’erano alberi e nemmeno macchine in sosta o di passaggio. In compenso la piazza era affollatissima, tanto che si faceva una gran fatica a camminare e le persone si muovevano avanti e indietro in modo confuso, come se non si rendessero davvero conto di dove stessero andando. Sembrava di essere a un concerto rock dove nessuno era in grado di capire dove fosse il palco”
La storia ha inizio a Gennaio 2020 quando il COVID era solo una notizia del Tg e sembrava lontano dall’Italia. Filippo Acquacheta, nipote di un famoso produttore di olio, si presenta in commissariato a denunciare un furto: qualcuno ha sottratto lo spartito di un’antica opera lirica, intitolata Rosamunda. Quest’opera, di cui nessuno è a conoscenza, è stata scritta da un suo avo e Giuseppe Verdi, apparso in sogno, ha dichiarato che era un capolavoro.
“Entrarono nel piccolo locale e la signora Arivìa riconobbe Adalgisa: «Commissa’, che bello rivedella. Chi m’ha portato oggi?».
La Calligaris le presentò Gualtiero: «È mio marito».
La donna li fece accomodare all’unico tavolo libero e portò subito vino rosso della casa. Poi disse che il piatto del giorno erano lasagne alla boscaiola con tartufo di Norcia.
I coniugi Fontanella accettarono la proposta con entusiasmo.
Era il 12 febbraio 2020 e sembrava una giornata come tutte le altre.”
Un storia stravagante, ma che ben presto avrà degli sviluppi inaspettati. Adalgisa Calligaris è affiancata dall’ispettore Corvo, che sembra la brutta copia del tenente Colombo. I due si troveranno ad indagare su un mistero che sembra non avere una spiegazione logica.
Da segnalare la presenza di parti in dialetto umbro, che rendono il romanzo vivace e i personaggi secondari molto simpatici, ad esempio Paris Picchio che con la sua trascinante esuberanza non mancherà di strappare qualche risata.
Vi piacciono i romanzi nel quale vengono inseriti parti in dialetto locale (ovviamente comprensibili)?
“Lo strano caso del maestro di violino” è un romanzo godibilissimo, per niente banale o noioso. La trama è intrigante, ricca di personaggi e non facilmente intuibile.
La scrittura è fluida e la simpatia di Adalgisa tiene il lettore incollato alle pagine.
Fino all’ultima pagina vi ritroverete a fare ipotesi, a indagare sui vari sospettati, ma scoprire il colpevole non sarà per nulla semplice.
“Voglio andare in pensione pure io. Basta con questa vita. Sono vecchia».
«Tu in pensione ti romperesti le scatole dopo cinque minuti, litigheremmo e mi faresti scappare tutte le api dallo spavento».”