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Riviera
Valentino Ronchi

 Riviera
 Valentino Ronchi
 romanzo
 Fazi Editore
 29 aprile 2021
 cartaceo, ebook
 150

Marianna Delfini nasce nel 1970 nella periferia di Milano. Non in una periferia qualunque, però, ma in Riviera: un angolo defilato, sotto la tangenziale, dove lungo l’argine del canale sorge una fila di ordinate villette che osservano placide lo scorrere delle stagioni. In modo tranquillo e defilato scorre anche la vita di Marianna, una bambina quieta e dolce che cresce nella casa di famiglia insieme ai genitori e ai nonni materni.

La famiglia Delfini ha vissuto per generazioni lungo questa pittoresca sponda e, mentre Marianna cresce facendo i conti con le piccole gioie gli inevitabili dolori di una vita, il passato ogni tanto si riaffaccia per ricordare anche anche agli adulti come è stato crescere e formare una famiglia.

La migliore amica, la zia girovaga, la scuola, il primo amore, ma anche l’amara ingiustizia del lutto: la vita della bella Marianna, insieme a quella di chi le sta intorno, è scandita e ricomposta come i riflessi della Riviera sulle acque del canale, attraverso una narrazione estremamente sensibile e delicata che si sofferma con abilità sui momenti essenziali di una vita come tante e quindi proprio per questo unica irripetibile.

Nessuno capisce granché della vita, ma tutti la vivono. In questa strana – goffa – dolcezza del provarci c’è molto, C’é tutto.

Questa è la storia di Marianna Delfini e della sua famiglia, residenti nel quartiere Crescenzago di Milano, che, tra gli anni ’50 e gli anni ’80, era definito Riviera, in quanto, nel passato, quella zona era luogo di villeggiatura dei meno abbienti durante la bella stagione. Il canale della Martesana ospitava, lungo le sue rive, residenze confortevoli e graziose, abitate dalla borghesia milanese, la cui vita scorreva tranquilla insieme alle  sue acque. Qui, la famiglia Gorlich-Delfini trascorre la propria quieta esistenza tra lavoro, passeggiate domenicali e progetti futuri.

Marianna nasce nel 1970 dai giovanissimi genitori, Rosanna e Francesco. Essi, dopo le nozze, si erano trasferiti nella villetta dei nonni materni di Marianna, in un quartiere periferico di Milano, sulle rive del canale Martesana, detto Riviera (connotazione divenuta, nel corso degli anni successivi, sempre più ironica, sia per i motivi di cui sopra che per i fatti di cronaca nera avvenuti in tempi successivi a quelli narrati). La Riviera in cui viveva Marianna era una zona abitata da famiglie benestanti, piccoli industriali, come suo nonno, o professionisti che sceglievano quel quartiere per costruire le loro confortevoli residenze, in quell’oasi verde fuori dal traffico cittadino, abbracciata dal canale Martesana. Marianna è una bella ragazza, figlia unica molto amata dai genitori e dai nonni, proprietari di una piccola industria poco lontana dalla loro abitazione. È una giovane ben educata.

Aveva un modo tutto suo di ragionare, delicato e forte assieme, di portare le parole e i pensieri….Marianna Delfini, per sua natura, era un ospite garbato del mondo

La sua vita trascorre in modo lineare, senza scossoni, come quella di ogni ragazza di buona famiglia dell’epoca: il liceo, qualche innocente svago, passeggiate pomeridiane con l’amica Barbara, qualche ammiratore dal quale farsi corteggiare, mantenendo le dovute distanze, e, qualche anno dopo, il fidanzamento e conseguente matrimonio con Jonathan, coetaneo conosciuto tra i banchi di scuola.

Una vita vissuta, allo stesso modo, prima dalla nonna Eleonora e poi, successivamente, dalla madre Rosanna; ma non dalla giovane zia Laura, che di lei pare la sorella. Laura è l’elemento disarmonico della famiglia, in quanto anticonformista, inquieta, incapace di fermarsi e mettere radici; è colei che diventa madre senza avere un marito accanto e che, tuttavia, non viene biasimata dai genitori che, per le figlie, quella partita e quella rimasta, desiderano solo la felicità.

personaggi maschili di questo romanzo (il nonno Martino, il papà Francesco ed il marito Jonathan), pur appartenendo a tre generazioni diverse, hanno in comune la medesima idea di se stessi, ossia di ciò che vogliono e devono essere. Uomini all’altezza del loro ruolo all’interno della famiglia, affidabili, fedeli e responsabili. Ma la strada verso l’auspicata rettitudine non è mai lineare; quindi, non appena s’incappa in un ostacolo che fa vacillare e induce all’errore, la soluzione è la stessa: una fuga temporanea per ritrovare la retta via.

Come una strana dolorosa usanza degli uomini della villa

Lo stile narrativo è leggiadro e delicato; il linguaggio ha la semplicità della prosa e la dolcezza della poesia. L’autore descrive spaccati di vita quotidiana come se stesse dipingendo un quadro dalle calde tonalità pastello e dolci contrasti di luce ed ombra. Egli ci introduce nei pensieri dei suoi personaggi, in punta di piedi, con silenziosa discrezione.

Definirei questa lettura come il volo di un petalo che, staccandosi dalla corolla, volteggia leggero nell’aria, sfiorando le superfici della natura, silente, piccolo e colorato. È stata una piacevole scoperta; pur non avendo una trama vera e propria, questa storia mi ha coinvolta ed emozionata, suscitando in me un sentimento di dolce nostalgia.

Possibile che i momenti vadano perduti? Io non credo” si disse “andranno pure da qualche parte e in qualche modo ce li ridaranno indietro

E i vostri momenti, dove vanno secondo voi? Credete che ci verranno restituiti oppure sono destinati a rimanere chiusi nell’angolino più remoto dei nostri pensieri?

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