La musica è stata una delle più grandi passioni di Einstein, una passione talmente forte da spingerlo una volta persino ad intrufolarsi in casa altrui, violino alla mano, mosso dalle note diffuse di un pianoforte in lontananza.
Amava immensamente Mozart perché riteneva che nella sua musica non vi fossero “note superflue”, come raccontò una volta a Charlie Chaplin.
Secondo una testimonianza di due suoi amici, immaginando le devastazioni che sarebbero state causate da una guerra atomica, Einstein disse che gli uomini non avrebbero più potuto ascoltare Mozart.
Basta questo per descrivere quanto sia stata importante e rilevante la musica nella vita di questo grande scienziato. Einstein non coltivava in solitaria quest’arte, ma condivideva la passione della musica con amici e parenti, in particolar modo con la sorella Maja.
Ed è proprio alla dolce e intelligente Maja che il fratello regalò, nel 1931, il favoloso Blüthner 51833, più noto come “Il pianoforte di Einstein”.
Marco Ciardi e Antonella Gasperini, in questo saggio, ricostruiscono la storia di questo strumento, realizzato a Lipsia nel 1899 e oggi conservato nell’osservatorio astrofisico di Arcetri. Pagina dopo pagina, tra fonti bibliografiche e stralci di corrispondenza, raccontano la vita di Einstein e di sua sorella. I loro interessi, i sacrifici, le amicizie condivise, gli affetti più cari.