E, uno dopo l’altro, successi che ancora oggi cantiamo ed amiamo, “Berta Filava”, “Mio fratello è figlio unico”, “Gianna”… temi attualissimi, che possono essere uno spunto per migliorare la società e tornare ai valori, per non parlare di “Ma il cielo è sempre più blu“, che, come spiega bene Renzo Arbore nella sua testimonianza all’inizio del libro, è ancora un messaggio di speranza, di avvenire; ed oggi, come non mai, la speranza e l’avvenire sono proprio quello di cui abbiamo bisogno.
Si potrebbe pensare che questo libro racconti la storia di Rino fino al momento della sua morte, fino a quel drammatico 2 giugno 1981, quando, in piena notte, la sua auto sbanda e si scontra con un camion della frutta, e l’uomo, il personaggio e tutto quello che è stato fino a quel momento, si spengono.
Ma non è così, perché Rino Gaetano ci ha lasciato quel giorno, ma le sue canzoni sono canzoni del passato, del presente e del futuro, e, proprio come aveva rilasciato lui in un’intervista, saranno cantate dalle prossime generazioni; grazie alla comunicazione di massa, tutti “apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale”.
“I tuoi occhi pieni di sale”, pezzo inconfondibile dell’artista, è diventata un punto fermo nella scaletta di Sergio Cammariere, cantante delicato e cugino di Rino, per poter portare avanti ancora la sua voce, per rilanciare ancora chiaro il suo messaggio.
Sia nella prefazione che nel finale, Cammariere racconta il suo modo di vedere il grande artista e lo fa con un tono rispettoso ed affettuoso, come se lui fosse presente, come se non se ne fosse mai andato.
Michelangelo Iossa in questo libro ci mostra davvero tanti lati di Rino Gaetano, riporta testimonianze ed interviste ai suoi amici, alcuni molti famosi, alla sua famiglia e ai suoi collaboratori; ne esce l’immagine di un giovane ragazzo, caparbio e divertente, irruento e ribelle, ma sempre con un’idea e un’opinione ben delineate e trasparenti.
Rino Gaetano è morto a trent’anni, nel pieno della sua carriera musicale; come ha detto Mogol, è “passato come la primavera, velocissimo”, ma ha lasciato quell’impronta che mai potrà essere cancellata, e mai nessuno vorrà farlo.
E la notte la festa è finita… evviva la vita…
Io ero troppo piccola per ricordarmi di lui vivo, ma mi sembra comunque di conoscerlo da sempre.
E voi, avete l’impressione che la sua voce sia ancora presente?
Credete che quello che ci ha lasciato non morirà mai?
Io non ci credo.
Io lo so.