Proprio un sacerdote, ormai qualche anno fa, mi consegnò tra le mani un libro di Andrea De Carlo, “Due di Due”, facendomi innamorare attraverso un’intensa storia di un’amicizia di questo scrittore.
Ora mi ritrovo a leggere e a scrivere del suo nuovo romanzo, della sua 22esima opera, “Io, Jack e Dio” , nella quale si parla ancora di amicizia, ma anche di amore e spiritualità.
Mila e Jack si incontrano da bambini, quando entrambi sono soliti trascorrere le vacanza estive dalle rispettive nonne, a Lungamira, paesino sull’Adriatico.
Ne nasce un’amicizia profonda e intensa, fatta di arrivi e partenze, di lunghe lettere nell’attesa dell’astate successiva, e di un patto di assoluta sincerità.
Un rapporto che sembra oltre il tempo e le distanze, di cui i due protagonisti hanno assoluta necessità.
Ma all’improvviso Jack sparisce, fa perdere completamente le sue tracce. Per sette lunghi anni. Anni in cui Mila va avanti, tra alti e bassi.
Proprio durante un periodo particolarmente duro per lei, ecco che Jack ritorna prepotentemente nella sua vita. Ma è un Jack diverso, soprattutto ora è Fra Jack.
“Guardavo la scena di nuovo con la mano sulla fronte, e sentivo dentro di me un frullatore emotivo che mixava senza sosta sgomento, paura, imbarazzo, incredulità, e una sensazione sottile ma sempre più innegabile di sollievo, per avere ritrovato nel momento è nel luogo più inattesi una parte essenziale della mia vita che mi era mancata disperatamente per sette lunghi anni”
Ha cambiato vita, ha trovato un equilibrio con un ordine di frati e fratesse un po’ particolare. Un gruppo di religiosi che può sembrare ambiguo, fuori dagli schemi, che ha come obiettivo quello di destrutturare, smontare la Chiesa “organizzata” portando le persone a porsi delle domande, a osservare la realtà da un altro punto di vista.
Il rapporto fra Jack e Mila ci appare cambiato ma è anche sempre lo stesso. Sono sempre collegati, si conoscono troppo bene, si capiscono al volo. Ma nello stesso tempo si riscoprono. Soprattutto riscoprono un sentimento diverso fra loro, che forse c’è sempre stato, ma per troppo tempo è stato soffocato per paura di rovinare l’amicizia di un tempo.
E a voi è mai capitato di ritrovare un amico o un amore dopo molto tempo? E ritrovarvi come se il tempo non fosse mai passato?
C’è però la nuova condizione di Jack, c’è Dio ora in mezzo a loro. Che fa venire dubbi ed interferisce in una storia che potrebbe finalmente decollare.
Un romanzo affascinante, una trama, una storia passionale e appassionante.
Il punto di vista offerto da De Carlo è quello femminile. L’Io del titolo è Mila. E anche qui l’autore ha saputo perfettamente calarsi nei panni e nell’animo di una donna.
I personaggi sono ben delineati, anche quelli secondari, come i confratelli di Jack, ognuno con le proprie peculiarità, ognuno indispensabile per questa storia.
Oltre all’amicizia e all’amore, c’è spazio in questo romanzo anche per delle interessanti riflessioni sulla religione, sulla spiritualità, e sull’importanza in tutte le circostanze della vita di farsi delle domande, di non accontentarsi e di ricercare sempre la verità.
La bellezza nella scrittura di Andrea De Carlo sta nel saper mettere sempre le parole al posto giusto, e di usare sempre quelle giuste. Una lettura che scorre delicata e raffinata.