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Tutto il cielo che serve
Franco Faggiani

 Tutto il cielo che serve
 Franco Faggiani
 Romanzo
 Fazi Editore

Dopo cinque anni dal terribile terremoto di Amatrice, Franco Faggiani rende omaggio a questa terra martoriata. Lo fa con il libro “Tutto il cielo che serve”, edito da Fazi editore, in uscita il 20 ottobre 2021.

Nell’agosto del 2016, Francesca Capodiferro, giovane geologa e capo squadra dei Vigili del Fuoco di Roma, si trova per lavoro sui Monti della Laga, al confine tra Lazio, Marche e Abruzzo. La sera del 24, con i suoi due cani da ricerca, decide di accamparsi sulla montagna sopra Amatrice ma proprio quella notte violente scosse di terremoto distruggono il paese e tutte le frazioni limitrofe.

Francesca sarà tra i primi ad arrivare sul luogo e a organizzare i primi soccorsi, inizialmente con mezzi di fortuna, poi aiutata dagli uomini della sua squadra. Con loro ha sempre avuto rapporti difficili, quasi conflittuali: i ‘suoi’ Vigili del fuoco le obbediscono ma non la amano e questo spesso le causa problemi anche durante le operazioni di emergenza. Dopo incontri inaspettati, allontanamenti e ricongiungimenti, arrivano i rinforzi e Francesca, provata emotivamente dalla tragedia e dai contrasti sorti con i colleghi, decide di partire da sola alla ricerca dei dispersi e delle persone rimaste bloccate nelle vallate circostanti, frugando nei casolari, nelle grotte e nei rifugi offerti dai boschi, dove la gente si è nascosta per la paura.

Sarà un viaggio difficile il suo, nel dolore e nella bellezza della natura, a volte così violenta e indifferente alle vicende umane. Ma sarà anche un viaggio necessario per scoprire, dentro di sé, le ragioni della propria missione e riconciliarsi finalmente con la vita, i suoi uomini, il suo lavoro

“Radunai i colleghi e andammo subito nella zona assegnata, cominciando a setacciare le viuzze ingombre, a entrare nelle porte spalancate, nelle stanze vuote, mentre il sole sembrava stentare nella sua quotidiana ascesa. La luce fredda delle nostre lampade pareva voler spazzare via l’oscurità ancora accovacciata dentro le case, lungo i muri smozzicati, negli angoli dietro i mobili; centrava le cose all’improvviso, come fossero stati bersagli, e anziché sicurezza alimentava angoscia.”

Tutto il cielo che serve è l’ultimo libro scritto da Franco Faggiani che, a breve, troveremo nelle librerie di tutta Italia. Ho avuto modo in passato di apprezzare la scrittura di quest’autore, sempre molto fluida e ricca di emozioni. Franco Faggiani sa come far arrivare i suoi messaggi ai lettori, regalando storie semplici che sanno però sondare le profondità del cuore umano.

Tutto il cielo che serve è un romanzo molto interessante soprattutto perché dà la  giusta rilevanza ad una professione, a mio vedere, non abbastanza valorizzata. Sto parlando dei vigili del fuoco, angeli onnipresenti in qualunque situazione di emergenza; dagli incendi ai terremoti, ovunque ci sia da soccorrere qualcuno, loro arrivano e mettono a rischio la loro incolumità per salvare gli altri.

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L’idea di scrivere questo libro l’autore l’ha avuta in seguito ad un episodio che lo ha portato a riflettere. Stava percorrendo l’autostrada che congiunge Bardonecchia e Torino quando, a causa di un fumo molto denso, il traffico venne fermato. Un incendio scoppiato nelle vicinanze aveva richiesto l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco. Li osservava dall’alto mentre si ingegnavano a salvare il salvabile, buttandosi coraggiosamente tra le fiamme quando si rendeva necessario.

Ammirava la loro solerzia, il loro spirito di sacrificio, che sembrava stridere clamorosamente con il bisogno di protagonismo di alcuni  automobilisti impegnati a farsi selfie con il fuoco come sfondo.

Tra questi eroi silenziosi vi era anche Emilio Paolo Centolani, un suo parente. Grazie a lui venne a conoscenza di molti particolari riguardanti il sisma del 2016 che colpì Amatrice e dintorni. Gli vennero regalati scorci di emozioni, sprazzi di semplici vicende personali che andavano oltre i fatti nudi e crudi riportarti dal piccolo schermo in quei giorni orribili.

La curiosità sostenuta da un senso di urgenza  e da un bisogno importante di comunicare ad altri la faccia nascosta di questa sciagura, lo portò a visitare i palcoscenici di un così grande disastro, e a fare la conoscenza di chi allora c’era e quell’evento così tragico lo aveva vissuto sulla propria pelle. Ecco da cosa nasce Tutto il cielo che serve che, omaggiando chi ha avuto un ruolo attivo durante quella catastrofe naturale, mette in evidenza l’enorme importanza di questo corpo nazionale a carattere civile troppo spesso ignorato o dato per scontato.

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Protagonista di questo romanzo è una ragazza, Francesca Capodiferro, che, nonostante sia donna, nonostante sia economicamente agiata, sceglie di rinunciare alla vita comoda che potrebbe avere per entrare a far parte del corpo dei vigili del fuoco.  Una scelta di questo genere non è semplice, soprattutto a causa dei pregiudizi che il suo non appartenere al genere maschile sollevano. Ma Francesca non è una che molla tutto alla prima difficoltà. Caparbia e dotata di una gran forza di volontà, si fa spazio tra gli sguardi ostili dei suoi colleghi uomini. Il suo valore viene presto riconosciuto dai vertici del comando che la promuovono caposquadra.

Il romanzo comincia presentandoci una Francesca diversa da quella che incontreremo nelle pagine successive. Sembra una qualunque turista  che, in tacchi e jeans attillati , con un libro di Hemingway in mano , si siede ad uno dei tavolini di un elegante bar-salotto situato nella piazza principale di Ascoli.

Aver voluto, per prima cosa, regalarle la femminilità e l’eleganza che il ruolo che di solito indossa mette un attimo in secondo piano, secondo me è stata una mossa molto azzeccata da parte dell’autore. Sembra volerci ricordare di guardare sempre al di là di ciò che appare e di non farci traviare dalle impressioni prima di conoscere una persona. Francesca è sempre lei, sia che indossi i tacchi, sia che metta gli anfibi: il suo valore è indipendente dal suo apparire.

Tuttavia la nostra bella protagonista non si trova in quel bar per puro piacere personale. È li per incontrare un tale Rossetti, responsabile del comando dei vigili del fuoco di Ascoli, che chiede l’intervento del caposquadra Capodiferro in funzione di geologo. Nessuno però gli ha detto il nome di questo caposquadra; quando si trova davanti una bella ragazza elegante e curata lo stupore gli si dipinge sul viso

«Lei è il direttore Rossetti, immagino»…
«Si», affermò laconico. «Ci siamo già visti?»
«Sono Capodiferro…Francesca Capodiferro. Poso sedermi?»
«Certo, mi scusi, mi sono un po’ perso. Non mi aspettavo proprio…»
«Una donna», lo anticipai. «Lo so, non si preoccupi, ci sono abituata» – Tutto il cielo che serve

Francesca è una donna che sa svolgere il suo lavoro alla perfezione. Coraggiosa, intelligente, intraprendente, perspicace e con un grande animo, è la più adatta a intervenire nelle situazioni di grande pericolo. Non si risparmia, mette tutta se stessa per salvare ogni barlume di vita, anche se sa che è pericoloso farlo.

Impegnata tutta la giornata, il poco tempo libero a disposizione lo passa con i suoi adorati cani, Rufus e Nuzzo.  Sarà proprio grazie a loro che imparerà a conoscere meglio Jack, il membro più burbero della sua squadra.

Ma a volte è proprio dietro alle persone più burbere che si possono scoprire animi immensi; dopo alcune discussioni più o meno animate, Francesca e Jack imparano a conoscersi, ad apprezzarsi e forse anche ad innamorarsi…chissà!

 

Ritorno ad Amatrice - La Stampa

 

Franco Faggiani, partendo dalle vicende di vita della sua protagonista, ha trovato il modo di far emergere in questo romanzo la realtà di un mondo distrutto dal sisma, di un paese allo sbando chiuso nella morsa della paura e del dolore. Questo contesto difficile si appropria delle pagine del libro come un fiume in piena; non lo si può ignorare, non lo si può neanche comprendere appieno perché non ha sfiorato la nostra esistenza. Vuole essere osservato con sguardo partecipe, vissuto, anche se a distanza. Pretende che il lettore non gli volti le spalle ma gli porga la mano, così come hanno fatto quei vigili del fuoco e tutti i volontari che, in quell’agosto del 2016, si sono recati sul posto per aiutare.

Vedete, spesso quando si valuta un libro si prendono in considerazione tanti parametri come la fluidità nello scrivere, la consistenza della trama, la precisione con cui i personaggi vengono descritti. Ed è giusto che sia così! Un buon libro non può essere definito tale se non soddisfa questi e altri parametri fondamentali. Però ci sono quei romanzi che non vogliono solo essere letti; i libri come Tutto il cielo che serve, devono essere assorbiti dal lettore, affinché non si dimentichi.

Per la grande capacità di Franco Faggiani  di riempire i contorni dei suoi libri di vita vissuta, io non posso che dare 5 stelle a Tutto il cielo che serve. Spero solo che sia uno strumento in più per smuovere le acque e far sì che, chi di competenza, riprenda in mano le situazioni non risolte in quei territori martoriati. Voi credete che la letteratura possa influenzare le decisioni di chi soggiorna nei piani alti?

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